Sono stata assente a lungo, lo so, ma a volte la vita ti si rovescia addosso senza preavviso, e ti travolge. Ho camminato per mesi in stanze senza luce, riempiendo le pareti solo del mio respiro ghiacciato, e ho attraversato silenzi interminabili, quelli dell’anima che si guarda intorno spersa.
Credevo di non riuscire a rialzarmi e invece eccomi qui, di nuovo, a cercare un po’ di sole tra le nuvole che fanno capolino fra i palazzi e il calore del mio forno rimasto spento troppo a lungo.
È stato bello assaggiare la neve caduta copiosa per le vie della città, ascoltare lo scricchiolio dei propri passi e sentire che in fondo, in quella granita candida che si compattava fra le mani, potevo ritrovare il sapore della mia vita. Bastava cercarlo, non occorreva altro.
Credo sia capitato a tutti, prima o poi, un lungo momento no.
Ora però basta con le chiacchiere, è ora di pizzicarsi le guance e riprendere il grembiule rimasto troppo tempo appeso al gancio in cucina, un pennone triste in attesa di giorni migliori.
Questa volta però ho bisogno di qualcosa di caldo, della carezza di un passato felice. Ovviamente non si tratterà di madeleines, sono lontana anni luce dall’inarrivabile Marcel Proust, ma di qualcosa di casa mia, ruvido e saporito come sanno essere solo i dolci del passato. Rivisitati, chiaramente, dalle mani impazienti della sottoscritta.
CIAMBELLINE
Ingredienti:
700gr di farina integrale
200gr di farina di farro macinata a pietra
500gr di latte
70gr di burro
25gr di lievito di birra
16gr di lievito vanigliato per dolci
200gr di fruttosio
1 pizzico di sale
scorza e succo di un limone
olio di semi d’arachide
Scaldate il latte e scioglietevi all’interno il lievito di birra.
In un recipiente piuttosto capiente versate le farine, due cucchiai di fruttosio, la scorza e il succo del limone, il sale, il burro a pezzetti e il lievito vanigliato. Aggiungete al centro della fontana il latte intiepidito con il lievito di birra e lavorate il composto per circa dieci minuti, fino ad ottenere una massa compatta. Spolverate la ciotola con la farina e ungere con un po’ d’olio il composto, che metterete a lievitare fino al raddoppio in un luogo tiepido (il forno riscaldato per un paio di minuti e poi spento andrà più che bene).
Una volta raddoppiato di volume, dividete l’impasto in circa venti pezzetti e formate delle palline che riposeranno per un paio d’ore su un piano infarinato. Non appena le palline si gonfieranno bucatele al centro e date loro la classica forma a ciambella.
Tuffate le ciambelline nell’olio caldo, rotolatele nel restante fruttosio e servitele, magari accompagnandole a una ciotolina di crema calda o un buon tè alla vaniglia.
Spero che questo tuffo nella mia infanzia possa regalarvi un sorriso, magari proprio quello di vostro figlio, che aspetta con le manine incrociate davanti al piatto colmo di ciambelline il permesso di prenderne una.
A me, invece, basterà la compagnia del forno aperto e di una tazza di tè alle zeste di agrumi per scaldare la malinconia del pomeriggio piovoso. Rimarrò a guardare il temporale graffiare i vetri, mentre le auto sfrecciano sotto la pioggia che annega la città.
Bentornata!!!!Splendide ciambelline...Brava! bacioni!
RispondiEliminaTi ringrazio per il bentornata, d'ora in avanti spero di essere più presente...magari con qualche altra ricetta sfiziosa! Un abbraccio grande grande.
EliminaSì, un "lungo momento no" è capitato anche a me e anch'io pensavo che non mi sarei più rialzata. Invece sono qui, più forte di prima, ma soprattutto con un equilibrio interiore che prima mi sarei sognato di avere. Non tutti i mali vengono per nuocere :-) Complimenti a te (e a me) per aver superato il momento no ;-) Festeggiamo con le tue ciambelline e con un brindisi virtuale, ti va? A chi? A noi e alla vita, no?
RispondiEliminaUn brindisi non si rifiuta mai, soprattutto se a proporlo è un'amica(seppure al momento unicamente virtuale)! Purtroppo ho imparato sulla mia pelle che le difficoltà nella vita ci sono eccome, e che è sempre durissima tirarsi su ogni volta...però sono ancora qua, con tanta voglia di tornare a sorridere e riprendermi la voglia di spadellare che mi accompagna da quando gattonavo. Perciò che ne dici di metterci ai fornelli (insieme, magari scambiandoci qualche ricetta e trucco del mestiere) e dare sfogo a tutta la nostra fervente creatività gastronomica? ;)
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